quei giardini aggrovigliati
nei quali si vuotava la cecità
non si aspettano acrobazie
ne dubbi.
Un testardo piumaggio di frattura
si appoggia
tra le inferriate:
lusso di roditori.
piovigginano i silenzi.
una carezza inelegante
prova a corrompere
la cifra
delle mie vene modulari.
questa calce nera mi copula
fino a tatuarmi l’imene
con un raggio di gelo.
si.
sono sola.
l’insigne mostra
della tua paura:
tu pure.
Ciento treinta y un millones de segundos
1 anno fa
Nessun commento:
Posta un commento